Sheene Lynn - 2011 - L'ultima volta che ho visto Parigi by Sheene Lynn

Sheene Lynn - 2011 - L'ultima volta che ho visto Parigi by Sheene Lynn

autore:Sheene Lynn [Sheene Lynn]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Literature & Fiction, Romance, Foreign Languages, Italian, Foreign Language Fiction
Amazon: B00CFN69S2
editore: Leggereditore
pubblicato: 2013-04-18T22:00:00+00:00


«È un privilegiato. Ha buone conoscenze. Sarà libero fra qualche giorno. È un uomo più vecchio

e più saggio.»

L’istinto di Claire gridava. Alzati, vai via, urlava una voce nella sua testa. Aprì la bocca per

discutere, fare domande, porre fine a quel terribile errore.

«Che dio sia con te, mon amie.» Odet e si alzò e uscì senza nemmeno uno sguardo.

Claire strinse la bocca e schiacciò l’angolo della busta fra le dita, fece scivolare un dito nella

fessura. Una scossa leggera e la fiala le scivolò in mano. La sollevò portandola alla luce. Un

quarto delle dimensioni di un tubet o di rosset o, le pillole erano due gemme scure, la loro

copertura vitrea brillava contro la carta velina bianca che le manteneva al loro posto. Le avevano

dato due pillole, pensò, non una. Rimise la fiala nella busta. La testa sprofondò indietro sullo

schienale. Sapeva cosa significava. Una per il patriota, un’altra, se necessario, dopo, per lei.

«Puoi avere coraggio quando sai che stai sognando» disse l’uomo sullo schermo.

Quella notte, Claire si rannicchiò sul davanzale aperto del balcone; la coperta dimenticata era

finita at orno ai piedi sul pavimento di legno. Si sentì da lontano il fischio stridulo di una sirena.

Rabbrividì mentre un freddo oscuro la at raversava. Rue de Saussaies era dove finiva la vita.

Dove si pregava perché finisse. Non era una résistant e la sua vita non doveva essere get ata via.

Rivolse lo sguardo alla casset iera, nascosta nell’oscurità, e al fagotto legato dietro di essa.

Immaginò il peso freddo dei diamanti nella sua mano. Il suo gruzzolo, il Cartier. Poteva prenderlo

e scappare, pagare per passare illegalmente i Pirenei e andare in Spagna, poi dio solo sapeva

dove.

Una brezza leggera contro la guancia richiamò la sua at enzione sulla cit à che si illuminava.

Il suo corpo si ammorbidì quando gli occhi rimasero affascinati dal ricamo scuro della torre

Eiffel contro un cielo viola che virava al cobalto, poi si intensificò in una luminosa polvere

azzurra. Il cuore le faceva male nel pet o. La bellezza di quel luogo le era entrata nell’anima.

Fuggire avrebbe significato morire. Non poteva abbandonare Parigi. Non quel giorno.

Claire si alzò presto e preparò il negozio, cambiando l’acqua dei secchi, riordinando la parte

posteriore del banco e degli scaffali, spuntando steli indeboliti e foglie arricciate, pulendo la

cassa e spolverando il registro. Su un nuovo blocchet o di carta accanto al telefono Claire lasciò

un messaggio a Madame Palain, un amico ha bisogno di aiuto, non so quanto tempo occorrerà, e

chiuse la porta dietro di sé.

La donna che Claire vide riflessa nella vetrina del negozio era così diversa da quella fasciata

nell’abito rosso che aveva lasciato New York tre anni prima. Toccò con le dita la fiala che aveva

at accato con il filo nella piega del risvolto della giacca.

Decise di andare a piedi lungo gli Champs per acquisire distanza dal negozio e oltrepassare il

Palais de l’Elysée e i giardini lungo la strada. Era un’afosa mat ina d’agosto, il sole era pesante

nel cielo e l’aria era oro liquido. Il muro di mat oni che proteggeva il palazzo vuoto e il giardino

le incombeva sulla



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